La radio e televisione. L’intervista possibile

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Nel 1959 inizia la sua collaborazione con la RAI, come consulente per i programmi di prosa radiofonica e successivamente come delegato alla produzione televisiva. 

Tra i primi lavori, nel 1960 l’adattamento radiofonico di un testo di Luca della Robbia con la regia di Orazio Costa, nel 1961 le regie di opere teatrali classici e contemporanei per le serie del Terzo Programma come Teatro italiano del Novecento, Orsa Minore. Seguono negli anni successivi centinaia di regie, radiodrammi, programmi culturali, sceneggiati a puntate, un lavoro incessante di lettura, interpretazione e adattamento dei testi, l’adozione di soluzioni registiche personali e la maturazione di una sensibilità per le nuove istanze della comunicazione sia dal punto di vista tecnico che culturale e sociale.  Come nel caso di Bang. Il muro del suono del 1967 con Laura Betti, la prima opera registrata in stereofonia, o quello più noto di Outis Topos ovvero unipotesi di radio futura realizzato con Sergio Liberovici, nel 1973, in un quartiere operaio di Torino. 

Tra le carte è presente la stagione degli sceneggiati con fotografie e copioni di alcuni dei suoi lavori più noti, come La figlia del capitano nel 1965, Il Tenente Sheridan dal 1967, Western di cose nostre nel 1984, ma anche le regie di lavori teatrali di Giroudoux, Pirandello, Beckett e di opere musicali. 

Nel 2019, appena avviato il lavoro di recupero delle sue carte, pochi mesi prima della sua scomparsa, Andrea Camilleri è stato ‘intervistato’ da una delle figlie, sui testi, copioni, sceneggiature,  adattamenti, conservati e appuntati con note autografe ed evidenti modifiche e ricomposizioni dei manoscritti e dattiloscritti.  Nelle brevi testimonianze orali raccolte, stupisce (o forse no) la memoria quasi totale delle diverse decine di testi lavorati per le regie radiofoniche e le produzioni televisive; una grande quantità di materiali prodotti nel corso del suo lavoro e di quello di altri autori, colleghi, collaboratori con cui venivano progettati la produzione, l’allestimento, l’interpretazione, l’esecuzione dei programmi (Flaminio Bollini, Turi Vasile, Dante Troisi, Antonio Suriano, Pino Passalacqua e molti altri). 

Testi, dunque, che diventano documenti, che mostrano l’elaborazione personale e l’intero contesto professionale, la rete di relazioni nell’ambito di una produzione culturale pubblica che ha fortemente inciso nella storia del nostro Paese.